ILLUSIONI.


Tutto e' comminciato in un modo bizzarro, come avrei potuto finire altrimenti?
Avevo l'esposizione a Palermo, fini' per dormire sulla sofa  nell suo salotto degli amici, era' una situazione piuttosto scommoda. Incontrando per strada un signore chi ho conosciuto durante una delle mie numerose mostre, ho chiesto se lui sa dove potrei affittare una stanza poco costosa per un breve periodo.
"Lei e' una persona molto fortunata,"mi disse, diventando pensieroso," Io possiedo 260 case in città; alcune fuori, a Mondello, vicino al mare, anche un castello a Bagheria. Maggior parte delle case sono affittate. L’unico posto che ho libero e sarei lieto di mettere alla sua disposizione, è particolarissimo, sarebbe strano affittarlo...però, possiamo fare uno scambio: lei mi farà un quadro dal terrazzo, lì c’è una vista stupenda, scelga lei, può essere un olio, oppure un acquarello, piccolo o grande, mi fido del suo gusto. Di solito vengo lì a meditare ogni sera, ma per dieci giorni lascio a Lei la chiave.

E così fu: lui ha posato la chiave sul tavolo e si è allontanato in punta dei piedi sensa dire nulla mentre Io guardavo la vista.

Il posto"particolarissimo" si trovava sull’ ultimo piano del più alto dei palazzi di subborgho di Palermo. In un certo senso si trattava di un "non-posto", la stanza era una specie di cabina di metallo dipinto bianco, come se fosse la nave.Il muro a meta fu fatto di finestre che avvolgevano tutta la facciata. Lì c’era tutto, ma molto arrangiato, un lettino nell’angolo, un tavolino, un fornello, ma chiaramente nessuno viveva lì. Sull’enorme terrazzo c’era una sedia voltata al mare "per meditare". Mancavano le tende; si svegliava con primi raggi del sole. Era un posto "particolarissimo" in quanto vi lashiava davvero tra le nuvole, in mezzo alle stelle, perso tra il sole e la luna . Il minimalismo dell’arredamento poneva l’accento sulla sensazione di essere sospesi nell’aria. D’avanti si prostrava la baia di Palermo, la notte enormi navi decorate con luci partivano per le crociere del mondo, sembrava che le sagome di navi sono disegnate con le stelle colorate, sembrava che stessero fluttuando nell’ aria. Anche la mia terrazza sembrava una nave che va per mettersi in viaggio. Mentre giù i buoni cristiani si radunavano in famiglia per celebrare la Resurrezione del Signore abbuffandosi e facendo crescere i panzoni, Io mi trovavo  a celebrare la Pasqua in un tet a tet  ininterrotto con il Cielo. Davanti c’era il mare, lì in lontananza le Isole Eolie , ma  non sapevo ancora che cosa mi stava aspettando lì in lontananza.
Intanto, sopra, ovunque, c’era il  cielo , non ostacolato da niente, cielo in continuo cambiamento. Già di prima mattina, al risveglio del sole, ho capito che non dipingerò mai ne quadri ad acquarello ne quelli ad olio. Mi trovavo al punto di non ritorno, tutta la mia esistenza è stata cancellata da questo terrazzo tra le nuvole.
Prima  aver capitato in quel posto, vivevo osservando il caleidoscopio in continuo cambiamento che si chiamava "il mio mondo";  non riuscivo a staccarmi dalle sue fantasiose forme astratte, le sue   creature, il suo continuo cambiare, dai ritmi del suo respiro… ma ora mi trovavo d'avanti, in mezzo, ovunque della stessa cosa, solo che era ancora più incredibile, più potente, più incantevole.

E pensarci che Io credevo fin ora che il cielo sta dentro, pensavo che cielo è ciò che mi riempie, pensavo che il cielo sono Io.
Il mondo fuori? M’importava quando trovavo qualche ritaglio del color celeste nella realtà aliena, erano pezzettini di me, del mio particolarissimo "cielo", ma erano piccole schegge , mentre dentro in continuazione si cambiavano i paesaggi celesti, come avrei potuto staccarmi da quel incredibile spettacolo? Certo che non mi bastava mai il mio "particolarissimo" posto interiore: enorme privato cielo!!!

Ma ora, ora ho capito che ciò che avevo non era qualche cosa di unico al mondo, qualche cosa che era soltanto mio, era ovunque, per chiunque, era fuori, là, sopra, d’avanti, e si cambiava in continuazione, quel spettacolo eterno, incredibile, ora non era ostacolato da nulla.
L’ uomo chi si è allontanato in punta di piedi lasciandomi vivere sola tra le nuvole mi ha tolto un’illusione.
"Come potrò vivere ora, mi domandavo, che cosa farò? Collage, acquarelli? E’assurdo! E’una stupidità voler fermare l’attimo fuggente di queste fantasie(fantasie di chi?) in continuo cambiamento in qualsiasi “forma d’arte”, e poi: il bello di fantasia in continuo movimento è che non si ferma mai, che senso ha di andare contro la sua natura?"
L’Arte? Sarebbe come dire ad una bellissima donna."Non respirare! Voglio ammirarti!Ferma!"
Ma una bellissima donna è un continuo cambiamento di movimenti, di pensieri, di umori, di stati d’animo che si esprimono in vari modi. Perché fermarla?" Perchè vogliamo avere ciò che piace piuttosto che perdersi dentro per cercare il senso; trovandolo perché si aggrappa al trovato piuttosto che osservare il cambiamento, il suo respiro, perché dire "fermati" oppure , ancora peggio, cercare di fermarlo?
"Eppure quell’ uomo chi mi ha tolto l’illusione mi ha richiesto un quadro, diciamo, un acquarello oppure un quadro ad olio. Arrivava il tempo di pagare.
Pensavo, "Bene, avrà il suo "quadro": colpo per colpo!"
L'ho chiamato.
-Vorrei fargli vedere Palermo
-LEI a ME?
-Si, e perché no? Vorrei portarvi in un posto molto “particolare”, non è neanche lontano.
-Bene, che strano però.

Si trattava di una montagna che si trovava al fianco del suo grattacielo. A me piaceva collezionare posti "particolari",  ma il proprietario di numerosi palazzi non avrebbe avuto nessuna ragione per venire là, non sospettava neanche che esistesse. Qua era la stessa vista, un po’ più vasta, lo stesso mare e cielo infinite, solo che erano di nessuno, non si trattava del cielo privato, non si poteva comprarlo oppure "averlo", non si poteva chiuderlo a chiave, era fuori, era di tutti e di nessuno.

Ho invitato il mio ospite a sederci con me sulla pietra sopra il dirupo, non mi sono allontanata in punta di piedi, no, no! Per essere sicura che gli arriva il messaggio, ho recitato un paio di poesie con la voce di velluto, gli ho fatto notare un paio di particolari: "guarda come sono belle queste navi, sembrano disegnate, e la luna, ah, la luna è all’altezza degli occhi! E le nuvole.."
Pensa te, lui non era felice per niente! Anzi, sembrava nervosissimo! Si è balzato in piedi, camminava su e giù per il prato, infelice. Mi disse con riproccio e dolore, "Lei mi hai tolto l’illusione! Pensavo che avevo qualche cosa di unico al mondo, qualche cosa di prezioso e privato che non ha nessuno! Perché, perché mi ha portato qui?"
-Avevamo un accordo: l’appartamento per un quadro, ma un quadro e' un nuovo modo di vedere il paesaggio: eccolo… Inoltre, pure Lei mi ha tolto l’illusione. Pure Io pensavo di avere qualche cosa di unico, il mio cielo privato che cominciava dietro una porta chiusa di mia anima.  Ma dopo aver vissuto tra le nuvole ora so che accanto e ovunque c’è la stessa cosa,  pensavo che è mia, che sono Io. Invece è di nessuno...
Ma lui non mi ascoltava, parlava a se stesso,
-Cosa mi rimane ora?
-Le rimane la consapevolezza che la chiave non serve a nulla, pure a me rimane la nuova comprensione del mondo. Ma non è detto che ciò che sconvolge noi due ora non sia un'altra  illusione...