"We think of a work of art that draws us physically within itself, or that expands towards us permeating our surrounding space. This is the acute feeling that we prove watching the large works of Lada Alekseychuk, that forest of images that passes before us. All of this is so near to the chaos of our daily reality that it is impossible to avoid thinking of the tangle of sensations that we carelessly experience in every instant of our life. All our actions, all our thoughts pile up giving life to a strange compound of reality and imagination. We broaden the physical limits of the space and time when we live frequently reaching a polyhedral vision of reality in which the space-temporal distances become inevitably distorted. Lada's collages reflect and amplify this whirl, becoming at the same time a simulation of both painting and deranged perception. Thousands of press clippings, used as strokes of brush, conjure up a set of complex images and swollen atmospheres. The dominant sensation is that of an imploding effect: the infinite permeation of images, out of context from their place of origin, i.e. mass culture, becomes the evolutive process of a figure that gradually takes form. Watching her work implies an in depth look at the mechanism of perception, therefore becoming aware of the infinite possibilities and comprehension that man has. These works start from an assumption that sweeps away centuries of absolutistic and dogmatic "reading". The western cultural system, based on the Socratic distinction of idea and reality and on the axioms of the Euclidean geometry, is brought back to the language of direct experience, in which the concepts expressed are directly linked with the "real thing". The concrete substitutes the abstract, the symbolic and the conventional, i.e.: all that represents an alienation of language from nature. The works of Lada Alekseychuk are a good sample of the overall reality of our society, no doubt nearer to the Principle of Insecurity of Heisenberg, or to the "creation flow" of Reinmann, which bring us back to the Heraclitean theory. It is a tragic sample, as Lada herself asserts: "One can get to a realistic view of today's reality through existential maps of the world that I obtain from the banality of magazines' glamorous photos. On the other hand without the awareness of the tragic in the world no great art can exist. No joy, no hope, exists for the man that shuts his eyes on the tragic of the world. In fact, tragicity does not exclude joy, love for life: on the contrary, the tragic is the category of people that love life, because only they can bear on their shoulders the tragedy, a weak person would make it into a melodrama." Her works therefore reflect the economic-social phenomena of this point in time, her research aims at the representation of a total syncretism, made of images and meanings: thought that springs from the image and the other way round, following a progressive rotary movement. Even though full of contradictions and discomfort, her universe is not dying and is not moving towards self distruction. The image of the world that she represents is that of a continuous becoming in which opposite and concurrent forces try to find an equilibrium according to natural and immanent principles. "
Critical Biography by Francesca Pietracci

PRESS REVIEWS (in Italian)

"...piu vicino alla Pittura di Filonov che ai collage dei Dadaisti e del Nouveau Réalisme, questo gigantesco murales è realizzato con migliaia di piccoli frammenti di riviste, assemblati con una tecnica da miniaturista. E'un universo che rinasce da un cumolo di spazzatura e oggetti morti, sotto un lembodi cielo infuriato. Una gioiosa apocalisse".
(dal communicato stampa di Galleria Milano in occasione della prima esposizione di "Pandemonium".
Carla Pelligrini,gallerista

La memoria di trasformazione, una metamorfosi del mito si sviluppa nel lavoro di Lada Alekseychuk. Nella mischia di ogetti meccanici, di tubi, di cieli, di alberi, di inquietanti pezzi di carne sanguinolenta, nel vagare tra serenità e angoscia , da tutti questi ritagli affiora l'enigma del reale, il mito di un'esistenza che divora ed ingloba, ma pur sempre si fa storia, si racconta, anche dolorosamente, per diventare assoluta.
I collage dell'artista ucraina, che tappezzano un ambiente della galleria, sono così, in queste atmosfere irreali, a volte infernali alla Bosch, una scrittura epica minuziosa, dettagliatissima, sul tempo illimitato dell'agire umano, che parla ogni lingua, viene da ogni spazio e rinasche sempre, come l'araba fenice, come nuovo, infinito, pandemonium.Nel miscuglio della naturalità e della materialità informe e plastificata, tra rocce, tra ruote, trecce, pietre e stracci bitumati, si svolgerà appunto la favolosa, mitica, assemblea infernale, a cui parteciperanno tutti i demoni del mondo, per eccitare, confondere, modificare, forse, questo nostro inderogabile presente.
Next,"Alberto Gasparri-Lada Alekseychuk" di Mariella Lestingi

"Lada Alekseychuk, proveniendo da un'esperienza di illustratrice grafica, ha scelto come suo campo d'azione il collage, inteso come una specie di cinematografico montaggio della memoria. Stralci di immagini, carte incollate una sul'altra in una continua sovrapposizione che fa pensare a una fragile costruzione dell'effimero, danno forma a paesaggi che saturano ogni punto dello spazio in una strenua lotta contro il vuoto.
La collana della memoria , sentita in tutta la sua possibile inconsistenza, sfila le perle una a una: accostamenti di cose e immagini decontestualizzate formano il magma del ricordo.Non c'è nel artista la volonta provocatoria di scompigliare l'universo visivo pubblicitario; la canalità evidente dei suoi paesaggi rimanda piuttosto a una emozionalità dolente, ferità, offesa."
Il MANIFESTO, "Oro e luna nei paesaggi di un'artista"di Arianna de Genova

"Usando cose concrete e ben visibili, la pittrice indica i confini del mondo potenziale e probabile, non quello già esistente, ma quello che sarà da realizzare. Gli innumerevoli oggetti che hanno reimpito il nostro mondo e destinati a diventare immondizia dopo appena uno sguardo, sono introdotti nel mondo ideale ed eterno, espresso tradizionalmente attraverso i colori e spazzole, tastiere e corde.
"Il rito delle Muse non tollera il chiasso.
La bellezza deve essere quieta"
Scrisse il grande poeta Alessandro Puskin. Ma che stupore si prova alla vista di cose così mondane, che simbolizzano il chiasso quotidiano, messe cosi decisamente al servizio delle Muse! <distruggendo l'integrità borghese di questi oggetti e privandoli del loro valore consumistico, la pittrice li riempie di integrità e di valore.Idolizzati dal consumatore e disprezzati dall'intellettuale, gli ogetti sono riabilitati e trasformati in materiale poetico e prezioso, letteralmente sparso sotto i piedi. Certo, la poesia,come scrisse Anna Akhmatova, cresce dalla spazzatura, ma, cosi come dipinge Lada, ci vuole un giardiniere sensibile e gentile per salvare la poesia dall'immondizia."(traduzione dal russo)

MIR ISSKUSSTVA, "Vent'anni dopo"di Serghei Daniel, noto storico d'arte
, autore dei libri "La composizione del quadro classico", "L'arte del vedere"

"Tempo" e "Spazio" sono due parole chiave per entrare nella logica di quadri di artista ucarina che da anni vive e lavora a Roma."Il tempo e lo spazio non sono una cosa vuota, ogniuno di noi si porta dietro il proprio mondo, i ricordi. E' come un tutto unico in cui coesiste il passato, il presente,il futuro." Nelle parole di Lada si riconosce in parte la "teoria del Caos" di Rene Thom, il filosofo francese a cui cono ispirati molti artisti inglesi in questi ultimi anni. "Quello di Tom è un caos gioioso,bello, continua Lada-a Roma , non c'è posto che non sia "spazio saturo";uno spazio ricco di passato, di presente, di futuro. Chi osserva questi collage viene assorbito in un mare di oggetti enigmatici. Strane composizioni in uno spazio senza tempo, svuotate del loro ruolo e messe in una realtà diversa da quella per cui erano state costruite."
AVVENIMENTI, "Con colla e forbici vi disegno il mondo" di Giulia Salvanni

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