Si propone di sperimentare una nuova forma di decorazione delle mura dei palazzi antichi che stanno aspettando il loro turno per essere restaurati. Usando le mura da restaurare come superfici per creare l’arte effimera(senza danneggiare i colori originari del muro, come fanno i “graffittari”) le decorazioni proposte potranno abbellire le stesse mura ,  e, potenzialmente, questa forma d’arte(tutta da sviluppare) potrebbe trasformarsi nei nuovi spazi per le opere collettive(le scritte fitte che coprono le mura dei palazzi antichi oggigiorno testimoniano il grande desiderio dei giovani di partecipare in un modo attivo nel godimento della città. Purtroppo non è stato insegnato loro come farlo in un modo civile, né esiste al presente, un luogo oppure una possibilità reale per farlo).
Leonardo suggeriva ai suoi allievi di studiare le macchie che si formano sulle mura e di prendere l’ispirazione da esse, io propongo di fare un passo successivo: dare senso alle macchie attraverso interventi minimi, scrostando un po’ di colore qua e la, aggiungendo una linea, oppure un puntino nel posto opportuno, creando in tal modo una figura riconoscibile e piacevole all’occhio umano.
Il ruolo di artista in questo caso sarà  “tradurre” abbozzi suggeriti dal tempo nelle decorazioni, e a volte opere d’arte effimere che serviranno come la fase intermediaria tra il muro in degrado ed il palazzo restaurato nello stile originale. Naturalmente, come sempre, la buona riuscita di tale operazione dipenderà dalla fantasia di artista; guai affidarsi soltanto alla “tecnica” oppure usare operazione proposta come un semplice trucco.
Possibili risultati di tali interventi potrebbero esseri tanti:
1. L’abbellimento dei palazzi al costo basso. Non si tratta di restaurare superfici, ma di allargare leggermente le macchie; dunque non servono ne colori ne lunghi tempi di lavorazione. E’necessaria una fase lunga di preparazione dove saranno preparate le formule di ciò che potrebbe essere idoneo allo spirito dei palazzi antichi. Ma, una volta create, le “formule” non dovrebbero essere rigide, non avrebbe senso di fare l’abbozzo sulla carta per poi cercare di trasferirlo sulle mura; non sarebbe possibile, perché si tratta di un materiale capriccioso (colori vecchi delle mura antiche). Bisogna definire idee di base, i temi principali per decorazione delle mura, che non sono da confondere con i disegni preparativi che sarebbero inutili in questo caso.
 2. Creando l’arte effimera nella maniera proposta, sarà sperimentata la  comunicazione attraverso la creazione collettiva senza che i palazzi da restaurare siano danneggiati, poiché saranno preservati gli stessi colori e le stesse macchie che già esistono. Nei casi in cui tali creazioni saranno particolarmente ben riuscite, si potrà lasciarli come esempi di arte creata secondo suggeriti sussurrati dal tempo, oppure semplicemente fotografarle, documentando ciò che è stato fatto, creando una mostra originalissima sullo stadio intermedio di restauro. Nei casi in cui si tratterà dei semplici esercizi collettivi di comunicazione”murale” tale operazione  avrà un grande valore educativo, servirà come esempio di un “graffio” artistico che non distrugge ma abbellisce, che rispetta i colori della città.
3. Operazione proposta è alla portata di tanti (ci vuole grande maestranza per dipingere un affresco, ma scrostare un po’ di colore dal muro (colore che sarà comunque scrostato nel brevissimo tempo), creando un disegno, ci vuole sopratutto la fantasia e la capacità di utilizzare al meglio cioè che già c’è, in un certo senso un riciclaggio storico.
4. Dopo un periodo di approfondita sperimentazione nelle zone predisposte dal comune, si potrebbe sperare di creare una forma d’arte moderna che dolcemente si concilia con stile classico ed irripetibile dell’antica Roma.